Parola ad Alessandro Donati

Parola ad Alessandro Donati

A dieci giorni dal via della preparazione sul manto verde del “Necchi-Balloni”, parla Alessandro Donati, fresco della promozione a Direttore Generale: “Sono soddisfatto del nuovo ruolo, soprattutto per la possibilità di rivestirlo in una categoria importante e in una società altrettanto prestigiosa, anche se di conseguenza le responsabilità sono maggiori, perché adesso ho il compito di raccordare diversi aspetti della direzione societaria, dalla parte tecnica alla parte gestionale, passando per quella economica”.

“È vero, abbiamo dovuto ridurre il budget a causa dell’emergenza sanitaria, che ha costretto la nostra e molte altre società sportive a fare i conti con la realtà”, prosegue Donati. “Ciononostante, riteniamo di essere stati abbastanza bravi nel centrare la conferma di quei giocatori e membri dello staff a cui eravamo interessati, seppur con meno risorse a disposizione. A posteriori, infatti, è stato ancor più importante aver collaudato l’assetto organizzativo durante la scorsa stagione, dopo la vera e propria rivoluzione estiva. Per di più possiamo contare su figure di riferimento fondamentali come quella dell’AD Alessandro Mussi, oltre a un’area tecnica con già qualche anno di esperienza.”

“Dunque, nel complesso, la macchina del Real Forte Querceta è già in moto e sono certo che sotto l’aspetto tecnico-organizzativo funzionerà anche quest’anno”, sottolinea. “Chiaramente, i risultati sul campo saranno influenzati da molte altre variabili, ma l’obiettivo è quello di disputare un campionato tranquillo, per raggiungere in primis la salvezza e magari toglierci qualche soddisfazione strada facendo.”

Infine sulla ripartenza, tra certezze e incertezze: “Conosciamo le normative sanitarie a cui adempiere durante la preparazione, ma rimaniamo ancora in attesa dei protocolli necessari per disputare amichevoli e incontri. Dopodiché la speranza rimane la riapertura dello stadio agli spettatori, perché senza di loro la stagione si complica ulteriormente, sotto l’aspetto economico ma soprattutto per il contesto. Giocare senza pubblico non è calcio”.